venerdì 4 luglio 2008

LABORATORIO DEL GRAN SASSO



Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Il 15 settembre 1970, nel contesto degli realizzazione del traforo del Gran Sasso, la grande talpa escavatrice bucò l’enorme serbatoio sotterraneo di acqua presente nelle viscere della montagna.Gli ambienti montani caratterizzati da rocce calcaree lasciano penetrare l’acqua sui rilievi, per farla riemergere molto più a valle. Lo stesso ghiacciaio del Calderone ha sempre agito da cisterna di compensazione: l’acqua di fusione del ghiacciaio, infatti, contribuisce ad alimentare sia il bacino idrografico del Fosso S. Nicola sia la circolazione sotterranea che avviene in profondità nella montagna.Quando la “talpa” bucò il serbatoio sotterraneo, alto 600 m, un getto di acqua e fango dalla pressione di 60 atmosfere travolse ogni cosa. Il corso di molte sorgenti fu compromesso. Complessivamente, nella realizzazione dell’opera, costata, negli anni settanta, 2.000 miliardi di lire, il livello della falda acquifera si abbassò di 600 m e la portata delle sorgenti in alcuni casi diminuì del 70% . Come se non bastasse, situati sotto oltre 1400 metri di roccia nel cuore del Gran Sasso d’Italia, ci sono i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS), di proprietà dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Questi hanno il primato di essere il più grande laboratorio scientifico sotterraneo del mondo. Qui si studiano in collaborazione con il CERN di Ginevra, tra le altre cose, le più piccole particelle dell’universo, i neutrini.

9 OTTOBRE 2002 - Falle nei serbatoi di olio minerale e altre sostanze che vengono turate con stracci, fazzoletti di carta, bicchieri di plastica e perfino pannnolini. Sistemi a dir poco artigianali che sarebbero stati messi in atto nei supertecnologici laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso. Queste informazioni sono contenute in una memoria depositata in tribunale dal Wwf, si parla in diverse parti della relazione che riferisce di episodi avvenuti anni fa: non viene spiegato, però, dove siano finite le sostanze fuoriuscite dai serbatoi né la quantità. In un documento datato 30 gennaio 1993 si legge che un tecnico suggerisce, «di installare spugne utilizzate nell’atletica da fissare intorno alle estremità che gocciolano per limitare le perdite», mentre un altro tecnico propone di impiegare «pannolini o assorbenti». Fin qui si potrebbe sorridere, anche se, come si legge in un successivo documento della relazione, un ricercatore afferma che «l’apparenza amatoriale e non professionale dei bicchieri di plastica attaccati con pezzi di filo metallico sui nostri serbatoi per intercettare le perdite ha un forte impatto psicologico su alcuni». Ben più allarmante, invece, quanto riferito in un documento del dicembre 1993: «Disastro: quello che doveva accadere alla fine è accaduto: due di quei triangoli di Pvc del serbatoio 6W06-1 sono scoppiati insieme stanotte, in un serbatoio verticale ancora senza barra di protezione. Risultato: una doccia di puro olio sopra ogni cosa sotto di lui».

Poco tranquillizzante anche la nota del 12 febbraio 1994: «C’è di più sulla storia di come tutto l’olio nell’estremità del serbatoio sia stato smaltito, ma probabilmente è più divertente lasciarlo alla vostra immaginazione». ?!?!Divertente??!?! Più avanti si legge: «Una vecchia perdita ha assunto un nuovo aspetto questa settimana dopo che D. (i nomi non vengono indicati per esteso dal Wwf ndr) ha deciso che gli strofinacci che vi si infracidavano erano a rischio di incendio e li ha tolti. Questo atto ha portato un costante gocciolamento un paio di piani sopra il 2B02 (si tratta probabilmente di uno dei livelli del laboratorio ndr). Nessuno può localizzare questo fiume».

Il 16 agosto 2002, 50 litri di trimetilbenzene sono fuoriusciti dai Laboratori Nazionali di fisica nucleare, inquinando un corso d’acqua nella zona di Casale S. Nicola, frazione di Isola del Gran Sasso d’Italia. Secondo un’inchiesta di Legambiente[6], un incidente analogo si era già verificato il 4 dicembre 2001. L’1,2,4-trimetilbenzene (o pseudocumene, C9H12) è una sostanza aromatica incolore, fortemente irritante e nociva per la salute; è particolarmente dannosa per l’inquinamento delle acque ed è stata utilizzata nel contesto dell’esperimento Borexino, per la rilevazione dei neutrini. Il trimetilbenzene, se inalato o ingerito, può provocare gravi danni ai polmoni (bronchite o polmonite chimica) ed al sistema nervoso centrale.

Anche “Le iene”, si sono avventate sul laboratorio di fisica nucleare del Gran Sasso per l’incidente del 16 agosto 2002 e la scarsa sicurezza complessiva in riferimento agli avvenimenti degli anni 90. Il programma cult di Italia uno aveva la strada spianata sia dalle testimonianze ,gli abitanti di Casale San Nicola, testimoni del versamento di trimetilbenzene e di episodi analoghi avvenuti in precedenza; il direttore dell’Acar Pino Casalena, che ha ricordato come l’acquedotto in agosto sia stato avvisato con molte ore di ritardo, anche se vista la situazione, si richiedeva un informazione tempestiva, che dai documenti, la relazione dell’Arta sulla sicurezza nei laboratori e sulle loro carenze in situazioni di emergenza ; il documento del Wwf in cui si citano conversazioni tra scienziati pubblicate su internet a proposito di precedenti incidenti….. “Le Iene” hanno consegnato a Bettini un pannolino «perché così la sicurezza è garantita» (con riferimento alle tecniche empiriche utilizzate nei laboratori per assorbire lo stillicidio di sostanze). Uno studio epidemiologico sull’incidenza dei tumori nella nostra provincia. Lo sollecita la Federazione
La presa di posizione della Federazione medici di famiglia segue, in particolare, all’inquinamento rilevato a Silvi e Pineto, dopo l’incidente del 16 agosto 2002, e gli avvisi di garanzia ad otto scienziati italiani e statunitensi da parte della Procura, con i quali si ipotizza il reato di avvelenamento continuato dei corsi d’acqua del Teramano da parte del laboratorio stesso. italiana medici di famiglia di Teramo che, alla luce dei recenti incidenti avvenuti all’interno del laboratorio di fisica del Gran Sasso, chiede di «approfondire lo studio del dato relativo all’incidenza del carcinoma del colon retto fra gli abitanti di Pietracamela e Fano Adriano, risultato dieci volte superiore alla media nazionale ed espressamente citato dagli autori dello studio quattro anni fa a causa dell’eccessivo discostamento dalla media».

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Max73 questo post è interessante!!!
Non sapevo di tutti questi magheggi da parte del laboratorio di fisica, è una vera indecenza, uno schifo.
Speriamo che altri leggano, quanto hai scritto qui!!!
ciao
Il Panda

Anonimo ha detto...

Mio caro Max,
grazie per avermi specificato in maniera BEN CHIARA, come poter lasciare un commento.
6 un grande!!!!!!!
E per il laboratorio, è VERISSIMO...è proprio una schifezza, quella che purtroppo abbiamo sopra le nostre spalle!!!!
Hai fatto proprio bene a scrvere ciò..
Ciao
Brizietta

Max73 ha detto...

Cara Brizietta,
grazie per i complimenti, comunque a breve inserirò altre notizie su questo scempio!!!!

ciao
max73

Anonimo ha detto...

mi spiace davvero leggere tutti questi commenti di persone completamente ignoranti dei fatti di cui stanno parlando.
Tanto per cominciare i laboratori sono praticamente l'unico vanto a livello mondiale per l'Italia; inoltre l'incidente del 16 agosto 2002 fu causato da un errore di costruzione da parte dei fornitori di una valvola di chiusa e non dei tecnici dei laboratori.
Inoltre lo pseudocumene, che è la sostanza che fuoriuscì il 16 agosto 2002 (e parliamo di soli 50Kg), è una sostanza non idrosolubile, che ognuno di voi porta tranquillamente in giro ogni giorno all'interno del serbatoio della propria vettura poiché presente circa al 3% nei carburanti, e quel giorno l'unico danno che causò fu la morte di un'unica trota.
Ad ogni modo dovreste vergognarvi di tanta ignoranza e, prima di parlare di scempi e fatti inventati quali pannolini e via dicendo, dovreste provare ad informarvi su quanto siano importanti anche per la vostra vita quotidiana gli esperimenti condotti all'interno dei laboratori.
Sperando di aver minimamente mosso un guizzo di curiosità vi lascio una citazione su cui riflettere.

"fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza". Dante Alighieri (Ulisse), Inferno, canto XXVI, Divina Commedia.

Sergio

Max73 ha detto...

Carissimo Sergio,
qui si parla di negligenza (non so da parte di chi).... nessuno ha mai detto che il laboratorio non è un vanto per tutti noi italiani....
e poi non si tratta di una trota ma di migliaia di pesci...
di questo almeno noi(centinaia di persone) siamo testimoni oculari....poi un conto è avere quella sostanza nei serbatoi delle nostre auto... un'altro è riversarlo nella falda acquifera...